venerdì 26 febbraio 2010
Serata musicale
Un'altra foto simpatica, scattata durante la serata musicale tenutasi a Refrontolo il 28 agosto 2009 (e di cui si è parlato anche in un post precedente). Nell'occasione si è esibito un gruppo inedito per l’area coneglianese: I Friends. I Friends sono composti da Pietro Delise (Primario della Cardiologia locale), Alfio Pini (comandante dei Vigili del Fuoco delle Regione Veneto), Dino Bugno (imprenditore veneziano) e Ciro Pirollì (musicista professionista). Ai Friends si è aggiunto Aldo Tagliapietra leader storico del complesso Le Orme. La serata ha avuto come scopo una raccolta fondi devoluta ancora una volta al Centro di Biologia molecolare di Padova.
giovedì 25 febbraio 2010
20!
Una bella foto di gruppo scattata nel mese di novembre 2009, durante la serata di festeggiamento per il ventennale della nascita della Cardiologia della ULLS 7:
sabato 13 febbraio 2010
Walther Bernardi: ricordo di un amico speciale
di Pietro Delise
Walther Bernardi ci ha lasciato qualche mese fa. Lo ha fatto a suo modo, in punta di piedi. Non voglio ricordare il brillante imprenditore, ne’ l’uomo di cultura che si è meritato tanti pubblici riconoscimenti. Altri lo hanno fatto egregiamente prima di me.
Io desidero solo ricordare un amico speciale. Di quella categoria di persone, con cui non servono tanti discorsi ma basta il “contatto di pelle” per una sintonia reciproca. Non mi ricordo come l’ho conosciuto, so solo che ci trovammo a ragionare insieme.
Novello primario a Conegliano, stavo pensando di fondare l’Associazione Amici del Cuore come avevo già fatto a Mirano, a Mestre e a Feltre. Gli spiegai l’utilità di una Associazione di questo tipo per fare educazione sanitaria, prevenzione delle malattie cardiovascolari, favorire l’aggiornamento degli operatori, finanziare la ricerca scientifica ecc.
Non ebbe alcun tentennamento nel promettermi il suo appoggio. Mi affiancò senza indugi nel supportare interamente le nostre pubblicazioni (compresa la rivista Cuore Informa) e nel produrre gratuitamente tutti i supporti divulgativi della Associazione con la sua tipografia.
Se io gli chiedevo 100 copie di una locandina, Lui ne proponeva 1000 senza battere ciglio. Partecipava alle riunioni della Associazione instancabilmente. Si sedeva sempre in fondo alla sala come se volesse passare inosservato. Ma la sua presenza non era inosservata per me e per tutti quelli che lo consideravano una colonna. E come le colonne portanti, quasi invisibile ma indispensabile.
Era un uomo schivo e sobrio. Unica concessione alla vanità era il modo di vestire originale ed eccentrico, che rendeva palese la forte personalità. La sua eclissi si è svolta in modo sorprendentemente rapido. Aveva intuito tutto quello che sarebbe successo. Ha fatto quanto poteva per non pesare sugli altri, quasi rifiutando gli sforzi che facevamo per aiutarlo in una battaglia che forse era persa in partenza. Come pensava Lui. Ci mancherà. Almeno a me mancherà di sicuro la sua presenza, i suoi consigli, la sua esperienza e la sua generosità.
Nella vita ho imparato che in tutti gli aggregati sociali (dalla singola famiglia alle imprese più complesse) esistono uomini chiave che si comportano come i catalizzatori delle reazioni chimiche e come tali sono essenziali per il compimento di certi processi. Lui era uno di questi uomini. Arrivederci Walther. Ti do appuntamento nelle praterie del cielo per pianificare nuovi progetti, insieme a tanti altri “amici del cuore”.
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Questo post riproduce integralmente l'articolo che è uscito nel numero di Febbraio 2010 di Cuore Informa, notiziario dell'Associazione Amici del Cuore di Conegliano e Vittorio Veneto.
Walther Bernardi ci ha lasciato qualche mese fa. Lo ha fatto a suo modo, in punta di piedi. Non voglio ricordare il brillante imprenditore, ne’ l’uomo di cultura che si è meritato tanti pubblici riconoscimenti. Altri lo hanno fatto egregiamente prima di me.
Io desidero solo ricordare un amico speciale. Di quella categoria di persone, con cui non servono tanti discorsi ma basta il “contatto di pelle” per una sintonia reciproca. Non mi ricordo come l’ho conosciuto, so solo che ci trovammo a ragionare insieme.
Novello primario a Conegliano, stavo pensando di fondare l’Associazione Amici del Cuore come avevo già fatto a Mirano, a Mestre e a Feltre. Gli spiegai l’utilità di una Associazione di questo tipo per fare educazione sanitaria, prevenzione delle malattie cardiovascolari, favorire l’aggiornamento degli operatori, finanziare la ricerca scientifica ecc.
Non ebbe alcun tentennamento nel promettermi il suo appoggio. Mi affiancò senza indugi nel supportare interamente le nostre pubblicazioni (compresa la rivista Cuore Informa) e nel produrre gratuitamente tutti i supporti divulgativi della Associazione con la sua tipografia.
Se io gli chiedevo 100 copie di una locandina, Lui ne proponeva 1000 senza battere ciglio. Partecipava alle riunioni della Associazione instancabilmente. Si sedeva sempre in fondo alla sala come se volesse passare inosservato. Ma la sua presenza non era inosservata per me e per tutti quelli che lo consideravano una colonna. E come le colonne portanti, quasi invisibile ma indispensabile.
Era un uomo schivo e sobrio. Unica concessione alla vanità era il modo di vestire originale ed eccentrico, che rendeva palese la forte personalità. La sua eclissi si è svolta in modo sorprendentemente rapido. Aveva intuito tutto quello che sarebbe successo. Ha fatto quanto poteva per non pesare sugli altri, quasi rifiutando gli sforzi che facevamo per aiutarlo in una battaglia che forse era persa in partenza. Come pensava Lui. Ci mancherà. Almeno a me mancherà di sicuro la sua presenza, i suoi consigli, la sua esperienza e la sua generosità.
Nella vita ho imparato che in tutti gli aggregati sociali (dalla singola famiglia alle imprese più complesse) esistono uomini chiave che si comportano come i catalizzatori delle reazioni chimiche e come tali sono essenziali per il compimento di certi processi. Lui era uno di questi uomini. Arrivederci Walther. Ti do appuntamento nelle praterie del cielo per pianificare nuovi progetti, insieme a tanti altri “amici del cuore”.
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Questo post riproduce integralmente l'articolo che è uscito nel numero di Febbraio 2010 di Cuore Informa, notiziario dell'Associazione Amici del Cuore di Conegliano e Vittorio Veneto.
venerdì 12 febbraio 2010
Il finanziamento della ricerca scientifica nelle malattie cardiache su base genetica. Cronaca di due serate culturali e musicali a scopo solidale
di Johnny Leon
L’Associazione Amici del Cuore in collaborazione con l’Associazione Due Cuori per la Vita hanno organizzato due manifestazioni per aiutare lo studio delle malattie genetiche.
Una prima manifestazione è stata la conferenza Cuore e Sport, tenutasi a Conegliano presso il teatro Dina Orsi il 12 febbraio 2009.
Vi hanno partecipato come relatori il dott. P. Delise, la dott. E. Marras e la prof. L. Rampazzo. Alla serata hanno partecipato anche il Sindaco di Conegliano dott. Ing. A. Maniero e il Direttore Sanitario dell’ULSS 7 dott. S. Cinquetti. Si è parlato di morte improvvisa dello sportivo, delle sue cause e dello studio del DNA.
Vi hanno partecipato oltre 150 persone. In una breve cerimonia il Presidente della Associazione dott. P. Delise ha consegnato un assegno alla prof. Rampazzo a favore del Centro di Biologia molecolare di Padova.
Una seconda manifestazione si è tenuta a Refrontolo il 28 agosto 2009. In questo caso si è trattato di una serata musicale in cui ha suonato un gruppo inedito per l’area coneglianese: I Friends. I Friends sono composti da Pietro Delise (Primario della Cardiologia locale), Alfio Pini (comandante dei Vigili del Fuoco delle Regione Veneto), Dino Bugno (imprenditore veneziano) e Ciro Pirollì (musicista professionista). Ai Friends si è aggiunto Aldo Tagliapietra leader storico del complesso Le Orme. La serata ha avuto come scopo una raccolta fondi devoluta ancora una volta al Centro di Biologia molecolare di Padova.
Il repertorio musicale ha toccato un ampio periodo dagli anni ‘60 agli anni ’90. Un pubblico numeroso (oltre 300 persone) ha accompagnato l’esibizione dei musicisti con entusiasmo e partecipazione.
Radio Conegliano, sponsor della serata, ha registrato un CD live che è disponibile gratuitamente per tutti coloro che si iscriveranno alla Associazione o rinnoveranno l’adesione per il 2010.
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Questo post riproduce integralmente l'articolo che è uscito nel numero di Febbraio 2010 di Cuore Informa, notiziario dell'Associazione Amici del Cuore di Conegliano e Vittorio Veneto.
L’Associazione Amici del Cuore in collaborazione con l’Associazione Due Cuori per la Vita hanno organizzato due manifestazioni per aiutare lo studio delle malattie genetiche.
Una prima manifestazione è stata la conferenza Cuore e Sport, tenutasi a Conegliano presso il teatro Dina Orsi il 12 febbraio 2009.
Vi hanno partecipato come relatori il dott. P. Delise, la dott. E. Marras e la prof. L. Rampazzo. Alla serata hanno partecipato anche il Sindaco di Conegliano dott. Ing. A. Maniero e il Direttore Sanitario dell’ULSS 7 dott. S. Cinquetti. Si è parlato di morte improvvisa dello sportivo, delle sue cause e dello studio del DNA.
Vi hanno partecipato oltre 150 persone. In una breve cerimonia il Presidente della Associazione dott. P. Delise ha consegnato un assegno alla prof. Rampazzo a favore del Centro di Biologia molecolare di Padova.
Una seconda manifestazione si è tenuta a Refrontolo il 28 agosto 2009. In questo caso si è trattato di una serata musicale in cui ha suonato un gruppo inedito per l’area coneglianese: I Friends. I Friends sono composti da Pietro Delise (Primario della Cardiologia locale), Alfio Pini (comandante dei Vigili del Fuoco delle Regione Veneto), Dino Bugno (imprenditore veneziano) e Ciro Pirollì (musicista professionista). Ai Friends si è aggiunto Aldo Tagliapietra leader storico del complesso Le Orme. La serata ha avuto come scopo una raccolta fondi devoluta ancora una volta al Centro di Biologia molecolare di Padova.
Il repertorio musicale ha toccato un ampio periodo dagli anni ‘60 agli anni ’90. Un pubblico numeroso (oltre 300 persone) ha accompagnato l’esibizione dei musicisti con entusiasmo e partecipazione.
Radio Conegliano, sponsor della serata, ha registrato un CD live che è disponibile gratuitamente per tutti coloro che si iscriveranno alla Associazione o rinnoveranno l’adesione per il 2010.
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Questo post riproduce integralmente l'articolo che è uscito nel numero di Febbraio 2010 di Cuore Informa, notiziario dell'Associazione Amici del Cuore di Conegliano e Vittorio Veneto.
giovedì 11 febbraio 2010
Le malattie cardiache su base genetica. Lo studio delle cause attraverso l’analisi del DNA
di Pietro Delise
La ricerca scientifica nel campo delle malattie cardiache genetiche ha fatto passi da gigante. Ma c’è ancora molto da fare.
Lo studio di queste malattie coinvolge il clinico e il biologo molecolare. Il clinico negli ultimi anni ha acquisito uno strumentario molto sofisticato che va dallo studio dell’anatomia cardiaca (con la risonanza magnetica e la TAC) alla valutazione delle proprietà elettriche (con lo studio elettrofisiologico). Il biologo molecolare, che affianca il clinico, studia il DNA, cioé i minuscoli filamenti contenuti nelle cellule, in cui è scritto il programma (codice) di ogni parte del nostro corpo. E sono proprio i difetti di questi filamenti che provocano le malattie cardiache su base genetica.
La U.O. di Cardiologia di Conegliano collabora con il Centro di Biologia molecolare dell’Università di Padova coordinato dalla prof. L. Rampazzo e dal prof. Danieli. Il Centro di Padova analizza i campioni di sangue dei pazienti del nostro territorio, in cui diagnostichiamo o sospettiamo una di queste malattie.
Si tratta di un lavoro complesso e costoso. Per questo motivo la nostra Associazione ha preso l’iniziativa di dare dei contributi economici al Centro di Padova promuovendo iniziative di solidarietà.
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Questo post riproduce integralmente l'articolo che è uscito nel numero di Febbraio 2010 di Cuore Informa, notiziario dell'Associazione Amici del Cuore di Conegliano e Vittorio Veneto.
La ricerca scientifica nel campo delle malattie cardiache genetiche ha fatto passi da gigante. Ma c’è ancora molto da fare.
Lo studio di queste malattie coinvolge il clinico e il biologo molecolare. Il clinico negli ultimi anni ha acquisito uno strumentario molto sofisticato che va dallo studio dell’anatomia cardiaca (con la risonanza magnetica e la TAC) alla valutazione delle proprietà elettriche (con lo studio elettrofisiologico). Il biologo molecolare, che affianca il clinico, studia il DNA, cioé i minuscoli filamenti contenuti nelle cellule, in cui è scritto il programma (codice) di ogni parte del nostro corpo. E sono proprio i difetti di questi filamenti che provocano le malattie cardiache su base genetica.
La U.O. di Cardiologia di Conegliano collabora con il Centro di Biologia molecolare dell’Università di Padova coordinato dalla prof. L. Rampazzo e dal prof. Danieli. Il Centro di Padova analizza i campioni di sangue dei pazienti del nostro territorio, in cui diagnostichiamo o sospettiamo una di queste malattie.
Si tratta di un lavoro complesso e costoso. Per questo motivo la nostra Associazione ha preso l’iniziativa di dare dei contributi economici al Centro di Padova promuovendo iniziative di solidarietà.
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Questo post riproduce integralmente l'articolo che è uscito nel numero di Febbraio 2010 di Cuore Informa, notiziario dell'Associazione Amici del Cuore di Conegliano e Vittorio Veneto.
mercoledì 10 febbraio 2010
La morte improvvisa dei giovani e degli sportivi. La ricerca dei killer silenziosi
di Pietro Delise
Le malattie cardiache prediligono gli adulti e gli anziani. Tuttavia, è nella esperienza comune che, sia pure raramente, morti improvvise inaspettate si possono verificare in soggetti giovani. Queste morti sono apparentemente inspiegabili sia per la stranezza della giovane età ma soprattutto perché colpiscono spesso gli sportivi, il cui cuore dovrebbe essere più sano e più forte degli altri. Chi segue le cronache dei giornali ricorderà casi clamorosi, come ad esempio quello dei calciatori Puerta o Foe e altri ancora.
In realtà queste morti non sono inspiegabili. Al contrario, oggi ne conosciamo perfettamente le cause. Si tratta di una serie di malattie, in buona parte di natura genetica (cioé ereditarie) in cui il difetto è presente dalla nascita ma la malattia si sviluppa successivamente (in genere dai 14 ai 30 anni). In altre parole, un soggetto con una patologia ereditata al momento della nascita può risultare apparentemente sano a 15 anni ma sviluppare i segni di malattia (fenotipo) a 20 anni. La lista di queste patologie è lunga: cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro, cardiomiopatia ipertrofica, sindrome del QT lungo, sindrome di Brugada ecc. Si tratta di killer silenziosi perché spesso non danno sintomi eclatanti e non limitano la capacità di fare una attività fisica anche intensa. Hanno tuttavia la temibile caratteristica di poter causare la fibrillazione ventricolare, una sorta di cortocircuito elettrico che di colpo paralizza il cuore. In molte di esse è proprio lo sforzo fisico che innesca l'aritmia mortale.
Il fatto che si tratti di killer silenziosi, non significa che non sia possibile identificarli prima che provochino il fatto irreparabile. Al contrario, da una buona visita medica e da un semplice elettrocardiogramma l'occhio esperto del cardiologo sa identificarle o almeno sospettarle nella maggioranza dei casi. Pesa molto nei casi a maggior rischio la storia familiare di un parente, anche alla lontana, morto inaspettatamente in giovane età. Nei casi dubbi si possono fare esami supplementari per avere o meno la conferma. In altre parole, oggi abbiamo i mezzi per prevenire gran parte di queste morti drammatiche. Certo, non è tutto facile. Qualche caso può sfuggire ai controlli. Spesso inoltre non è facile convincere un soggetto che si sente bene a fare esami supplettivi o addirittura imporgli di abbandonare lo sport perché malato. Se poi l'atleta è un professionista le difficoltà si moltiplicano per il groviglio di interessi che si deve toccare.
In Italia da anni controlliamo strettamente i nostri atleti e in questo ci aiuta la legge che dà al medico il potere di veto. All'estero non sempre é così. Fare una buona prevenzione costa fatica e denaro e imporla al mondo dello sport può disturbare una festa spensierata. E chi fa discorsi di prevenzione può essere visto come un invitato non gradito.
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Questo post riproduce integralmente l'articolo che è uscito nel numero di Febbraio 2010 di Cuore Informa, notiziario dell'Associazione Amici del Cuore di Conegliano e Vittorio Veneto.
Le malattie cardiache prediligono gli adulti e gli anziani. Tuttavia, è nella esperienza comune che, sia pure raramente, morti improvvise inaspettate si possono verificare in soggetti giovani. Queste morti sono apparentemente inspiegabili sia per la stranezza della giovane età ma soprattutto perché colpiscono spesso gli sportivi, il cui cuore dovrebbe essere più sano e più forte degli altri. Chi segue le cronache dei giornali ricorderà casi clamorosi, come ad esempio quello dei calciatori Puerta o Foe e altri ancora.
In realtà queste morti non sono inspiegabili. Al contrario, oggi ne conosciamo perfettamente le cause. Si tratta di una serie di malattie, in buona parte di natura genetica (cioé ereditarie) in cui il difetto è presente dalla nascita ma la malattia si sviluppa successivamente (in genere dai 14 ai 30 anni). In altre parole, un soggetto con una patologia ereditata al momento della nascita può risultare apparentemente sano a 15 anni ma sviluppare i segni di malattia (fenotipo) a 20 anni. La lista di queste patologie è lunga: cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro, cardiomiopatia ipertrofica, sindrome del QT lungo, sindrome di Brugada ecc. Si tratta di killer silenziosi perché spesso non danno sintomi eclatanti e non limitano la capacità di fare una attività fisica anche intensa. Hanno tuttavia la temibile caratteristica di poter causare la fibrillazione ventricolare, una sorta di cortocircuito elettrico che di colpo paralizza il cuore. In molte di esse è proprio lo sforzo fisico che innesca l'aritmia mortale.
Il fatto che si tratti di killer silenziosi, non significa che non sia possibile identificarli prima che provochino il fatto irreparabile. Al contrario, da una buona visita medica e da un semplice elettrocardiogramma l'occhio esperto del cardiologo sa identificarle o almeno sospettarle nella maggioranza dei casi. Pesa molto nei casi a maggior rischio la storia familiare di un parente, anche alla lontana, morto inaspettatamente in giovane età. Nei casi dubbi si possono fare esami supplementari per avere o meno la conferma. In altre parole, oggi abbiamo i mezzi per prevenire gran parte di queste morti drammatiche. Certo, non è tutto facile. Qualche caso può sfuggire ai controlli. Spesso inoltre non è facile convincere un soggetto che si sente bene a fare esami supplettivi o addirittura imporgli di abbandonare lo sport perché malato. Se poi l'atleta è un professionista le difficoltà si moltiplicano per il groviglio di interessi che si deve toccare.
In Italia da anni controlliamo strettamente i nostri atleti e in questo ci aiuta la legge che dà al medico il potere di veto. All'estero non sempre é così. Fare una buona prevenzione costa fatica e denaro e imporla al mondo dello sport può disturbare una festa spensierata. E chi fa discorsi di prevenzione può essere visto come un invitato non gradito.
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Questo post riproduce integralmente l'articolo che è uscito nel numero di Febbraio 2010 di Cuore Informa, notiziario dell'Associazione Amici del Cuore di Conegliano e Vittorio Veneto.
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